Un film sulla psicoterapeuta bolzanina Eva Pattis
“Un milione di granelli di sabbia” presenta il metodo di rielaborazione del trauma non verbale messo a punto con sopravvissuti a genocidi, calamità naturali e guerre
06/08/2024 Floriana Gavazzi, montaggio Roberto Dellandrea
[Eva Pattis in un’immagine del film]
La psicoterapeuta bolzanina Eva Pattis è celebre per il suo metodo di rielaborazione del trauma che ha illustrato nel libro “Curare con la sabbia”. Ora le è stato dedicato un film documentario che racconta il suo lavoro e la sua vita.
Il film si intitola “Un milione di granelli di sabbia”, come quelli contenuti nello scatolone che Eva Pattis ha nel suo studio di psicoanalista junghiana a Milano. I suoi pazienti traumatizzati, sopravvissuti a genocidi, calamità naturali o alla guerra in Ucraina, hanno perso la capacità di raccontare i loro vissuti con le parole, ma possono farlo attraverso l’uso della sabbia e di piccoli oggetti che portano a galla emozioni congelate dal dolore. Un primo passo verso la guarigione.
Nel film Eva Pattis si confronta anche con il trauma intergenerazionale che ha segnato la sua famiglia: le sofferenze della madre e un amore giovanile travolto dalla seconda guerra mondiale. Molti studi – ad esempio sull’Olocausto – confermano che i traumi si trasmettono alle generazioni più giovani, dai nonni ai nipoti.
Man mano che Pattis si addentra nell’inconscio ferito e complesso dei sopravvissuti ai conflitti globali, il documentario riflette sulla natura del trauma psichico, affrontando stati depressivi, sindromi da stress post traumatico, lutti.
Il film, firmato da Andrea Deaglio e prodotto da Malfé Film, è stato presentato a giugno al Biografilm di Bologna, festival dedicato a biografie e racconti di vita.
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