BOSCO GRANDE
un film di Giuseppe Schillaci
Prodotto da
Wendigo Films | France Télévision | Drôle de trame
Produzione esecutiva: Malfé Film
GIORNATE DEGLI AUTORI – VENEZIA 81.
04 SETTEMBRE
13:15 – Sala Laguna
Press, Industry
04 SETTEMBRE
21:00 – Sala Laguna
V.O. IT sub EN
Segue Q&A
SINOSSI
Sergione, tatuatore cinquantenne di 260 chilogrammi, ha vissuto tutta la vita a Palermo, nel quartiere popolare di Bosco Grande. È uno dei punk leggendari della città, in rivolta contro la cultura borghese e mafiosa degli anni Ottanta. Trent’anni dopo, Sergio è ancora là: seduto davanti alla porta della casa materna, a bere e scherzare con gli amici del quartiere. Ogni volta che il regista Giuseppe Schillaci torna nella sua città natale, ascolta i suoi aneddoti tragicomici e i sogni di una vita diversa, fuori dalla prigione che si è costruito. Con il corso delle stagioni, pero’, la sua situazione di salute peggiora. Per salvarsi la vita, Sergio deve andare in un centro specializzato per obesi, da cui scappa appena un mese dopo. Di ritorno a Bosco Grande, fedele al suo mantra punk «live fast – die young», sprofonda nella spirale delle sue dipendenze.
DOCUMENTARIO
Francia, Italia | 2024 | 77′ | colore
scritto e diretto da Giuseppe Schillaci
fotografia
Federico Cammarata
Eugenio De Rosa
montaggio
Felice d‘Agostino
musica
Gianluca Cangemi
suono
Mirko Cangiamila
con
Sergio Spatola
Clotilde Gaglio
Daniela Spatola
Maria Sardina
Luisa Sardina
Fabio Sgroi
Fabrizio Puleo
Dottore Maurizio Renda
Dottore Giuseppe Rotondo
Billo Svergognino
produttore
Alexis Taillant
co-produttore
Matteo Tortone
produzioni
France Télévisions
Wendigo Films
co-produzioni
Drôle de trame
Malfé FilmItalian and international
press office
Chiara Zanini
ufficio.stampa.zanini@gmail.
Director Statement
«Fare un documentario su Sergio significa confrontarsi con la mia educazione siciliana, una cultura popolare ricca d’ironia, passione, umanità. La macchina da presa che rivolgo a Sergio, con amorevole complicità, svela la mia stessa identità, come in uno specchio, le ferite inferte da una certa mentalità violenta, mafiosa. Sergio è un eterno punk degli anni Ottanta che si dibatte contro un mondo drogato dal potere e dal denaro. Il suo corpo enorme, immobile è l’emblema della sua ribellione disperata a valori atavici, patriarcali. Bosco Grande rappresenta l’ultimo tassello di una riflessione sulla mia città d’origine, Palermo, iniziata coi miei romanzi e i documentari precedenti: Apolitics Now – tragicommedia di una campagna elettorale (2013) e L’ombra del padrino (2016). Il film rende omaggio all’anima vibrante e inquieta di questo luogo che amo e odio in maniera viscerale, alla sua gente, ma soprattutto a Sergio, una sorta di mio doppio che non è mai partito da casa, un personaggio in cerca d’autore, rimasto lì, a Bosco Grande, fedele al suo ruolo fino alla fine. Un ruolo da protagonista della sua vita e del nostro film, di cui di fatto Sergio è il co-regista, sia per la capacità di plasmare il suo destino, in maniera consapevole e poetica, che per la fiducia generosa nella nostra amicizia. Bosco Grande è il frutto di questa relazione semplice, autentica, costruitasi intorno a una complicità spudorata, a innocenti menzogne, come tutte le amicizie vere, irrazionali e potenti, come a tredici anni». (Giuseppe Schillaci)
DICONO DI NOI