UN MILIONE DI GRANELLI DI SABBIA – Psicoterapia e memoria storica
La commovente vicenda della psicoterapeuta Eva Pattis, nelle sue mani scorre il tempo, il gioco della messa in scena narrativa, cerca di curare una dolorosa storia familiare. Parte tutto da una scatola, da delle lettere senza una risposta. Le pazienti della Pattis, sono tutte vittime di guerra, violenza e disastri naturali. Il documentario racconta l’Expressive Sandwork,un metodo di arte terapia che cerca di curare i traumi con il tocco delle mani, degli oggetti e della sabbia. Le immagini della guerra in Ucraina e quelle della Seconda Guerra Mondiale sono abilmente sovrapposte e fanno scaturire emozionanti rimandi esistenziali. In una scatola Eva tiene le lettere che la madre mandava al fronte al suo primo amore, mai tornato a casa. Sembra che proprio da quella scatola possa ritornare la luce. La forza narrativa della psicoterapia si innalza ad archetipo junghiano, per diventare simbolo di riconciliazione e pace interiore. Un milione di granelli di sabbia, un documentario semplice nella regia ma densissimo di significati e di percorsi storici ed esistenziali. La biografia intima della Pattis viene rievocata in montaggio, con una bellissima sequenza di fotografie in bianco e nero, tratte dal suo archivio personale. Il regista Andrea Deaglio usa il montaggio e la regia come in una macchina del tempo analitica, ci sediamo comodamente sul lettino dello psicoterapeuta – regista per affondare nel ricordo e nel dolore della storia. Tutti abbiamo una scatola di fotografie e di ricordi che temiamo di guardare, per paura di trovare noi stessi.
01/01/2050
Duccio Ricciardelli