Festival di Venezia, il rider di Milad Tangshir in corsa alla Settimana della Critica

Il film del regista iraniano, torinese d’adozione, «Anywhere Anytime» unico italiano in concorso. E alla Sic ci sono anche i corti di Donato Sansone e Matteo Tortone

Con Milad Tangshir in concorso con Anywhere Anytime, e Donato Sansone e Matteo Tortone che rispettivamente aprono e chiudono gli eventi speciali con i loro corti, la Settimana internazionale della Critica annuncia il programma veneziano — dal 28 agosto al 7 settembre — e cala tre assi del cinema piemontese.
Tangshir nasce nel 1983 a Teheran, ma dal 2011 è torinese d’adozione e formazione. Dopo la laurea realizza cortometraggi e documentari che si fanno strada nei festival italiani e internazionali, come il visionario Star Stuff, e alla «Sic» veneziana sbarca con il suo primo lungometraggio di finzione. Produzione Young Films, Vivo film e Rai Cinema con il contributo Fesr Piemonte presentata in fase di realizzazione sulle pagine del Corriere Torino come «versione moderna e torinese di Ladri di biciclette», Anywhere Anytime racconta le vicende di Issa, giovane immigrato che cerca di sopravvivere come può. Inizia a fare il rider, ma il fragile equilibrio si rompe ben presto con il furto della sua bicicletta. Come nel capolavoro di De Sica, Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città, alla ricerca del suo prezioso mezzo di sostentamento. Il regista, anche autore della sceneggiatura con il collaudato sodalizio composto da Daniele Gaglianone e Giaime Alonge, considera la selezione «di enorme prestigio» e commenta: «Anywhere Anytime esplora il senso di paura e l’ansia costante di chi vive ai margini, nelle crepe della società. Issa è una vita invisibile, una delle tante che ogni giorno incrociamo su un marciapiede, immersa in una condizione di estrema vulnerabilità, in cui anche una semplice bicicletta può fare la differenza tra sopravvivere o non farcela».
Donato Sansone, definito recentemente da Bruno Bozzetto come il «Leonardo dei disegnatori italiani», è alla sua ennesima partecipazione a un festival. Ma a Venezia «è sempre un po’ speciale». Definisce il suo ultimo Dark globe (produzione Base Zero) «un corto che in una manciata di minuti, un po’ per gioco, racconta la follia collettiva verso cui il mondo sta sprofondando, tra guerre, cambiamento climatico e sovrappopolazione». Lo stile di Sansone, ovviamente, è protagonista con la sua geniale follia. «Dal punto di vista tecnico — rivela — ho ripercorso l’esperienza visiva del cortometraggio Videogioco del 2009 in cui la vicenda si rivela nell’incastro e nel dinamismo di pieghe di fogli che si “animano”. Il gesto manuale legato al tradizionale disegno su carta mosso con un’azione di stop-motion restituisce l’idea del movimento in maniera volutamente controcorrente rispetto alle nuove forme espressive in AI».
Il «tris» di opere sostenute da Film Commission Torino Piemonte e realizzate completamente in regione, si chiude con Domenica sera, produzione Eie Film con Malfè Film e Imago Vfx. A scriverlo (con Zelia Zbogar) e a dirigerlo è il 42enne pinerolese Matteo Tortone che da regista, produttore e direttore della fotografia ha già al suo attivo una filmografia importante. «Il corto — dichiara — è un racconto di solitudine e fragilità affettiva ambientato nella periferia di Torino, tra il carcere e lo stadio. I due giovani protagonisti si muovono in una scena tra rap e hip hop, ma la scintilla che potrebbe portare all’amore sarà solo sfiorata».

https://torino.corriere.it/notizie/cultura/24_luglio_23/festival-di-venezia-il-rider-di-milad-tangshir-in-corsa-alla-settimana-della-critica-aab4d48a-b200-40eb-a84a-4fbbbd8b3xlk.shtml?refresh_ce-cp

Taggato , , , , , , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

I commenti sono chiusi.